Chakra: cosa sono, quanti sono, e una lettura attraverso il Kundalini Yoga

Sette_Chakra

Chakra: quando ne hai sentito parlare per la prima volta? Forse si tratta di molto tempo fa, forse non lo ricordi neppure. D’altra parte la loro origine è antichissima: sono legati alla tradizione yogica, sì, ma per la precisione si trovano delle linee guida per la loro attivazione già nelle Shandilya e Cudamini Upanishad del 500 a.C. – gli Upanishad sono un insieme di testi religiosi e filosofici indiani, scritti in sanscrito. La parola chakra significa ruota o vortice ed è, appunto, una parola sanscrita. I chakra sono definibili come turbini o centri energetici, centri di coscienza o consapevolezza. Si trovano nel corpo umano, ma non è opportuno localizzarli o pensarli in modo concreto, anatomico. Secondo l’Atlante dei Chakra, essi «si irradiano in diverse aree del corpo a seconda delle rispettiva posizione, influenzano le funzioni organiche, la circolazione, l’attività ormonale, nonché le emozioni e i pensieri, trasformando così l’energia cosmica vitale (prana) che scorre incessantemente all’interno del corpo umano». Ma quanti sono esattamente? Che cosa indicano? Chakra: i sette principali e… Gli altri 88.000 (!) Nella tradizione yogica, esistono sette centri energetici principali: ciascuno è associato a una gran varietà di aspetti, tra cui un colore, un mantra, una zona corrispondente, un tema centrale, una ghiandola, degli aspetti interiori e dei disturbi. Questi disturbi possono indicare che il chakra non “funziona bene”, cioè non è sviluppato in modo armonico, non vibra liberamente. Sahasrara, settimo chakra: chiamato chakra della corona, esso è legato alla ghiandola pineale e si trova sulla sommità del cranio. È rappresentato dai colori bianco e violetto, e ha a che fare con la forza spirituale, la visione interiore e il legame con l’universo. Ecco che enfatizza aspetti interiori quali la fede, la propensione allo spirituale e l’introspezione, ma anche il disinteresse per la vita terrena, la superstizione e la vita ritirata.  Tra i disturbi fisici che possono esservi associati ci sono malattie croniche, nervose e mentali, la scarsa gioia di vivere, la fuga dalla realtà, la cupezza. Ajna, sesto chakra: il cosiddetto chakra della fronte è connesso all’ipofisi e di colore indaco. Gli corrisponde la zona leggermente sopra le sopracciglia, e ha a che fare con l’intuizione e la conoscenza spirituale. Gli aspetti interiori positivi riguardano l’energia creativa o guaritrice, l’illuminazione, l’apertura verso nuove idee; quelli negativi l’egoismo e la mancanza di responsabilità. Un cattivo funzionamento di Ajna può ritrovarsi in mal di testa, debolezza di vista e udito, malattie del sistema nervoso, oltre a disattenzione, paura, confusione interiore. Vishuddha, quinto chakra: questo centro energetico corrisponde alla gola ed è associato al colore azzurro e a tiroide e paratiroide. Vishuddha è legato alla comunicazione, al pensiero razionale e alla capacità di concentrarsi e apprendere. Può influire positivamente su aspetti quali la capacità e la sicurezza nel parlare, la molteplicità degli interessi e la capacità di discernimento, oppure enfatizzare l’intolleranza, la fuga dalla realtà, la brama di potere. I disturbi che possono accompagnarsi a un quinto chakra non armonico sono mal di gola, tonsillite, disturbi nell’area cervicale o alla tiroide, oltre a timidezza, confusione, incapacità di esprimersi e problemi del linguaggio. Anahata, quarto chakra: chiamato il chakra del cuore e localizzato nel centro del torace, Anahata è di colore verde e fa riferimento al timo. Anahata è legato all’amore, al calore umano, al perdono. Così, gli aspetti positivi su cui influisce possono essere l’amore per il prossimo, il senso del gruppo, la tolleranza e l’apertura, mentre i lati negativi hanno a che vedere con freddezza, amarezza e amor proprio. Tra i disturbi elencati dall’Atlante per questo chakra si trovano quelli cardiaci, polmonari e di pressione, a livello fisico, la freddezza di sentimenti, l’isolamento e l’ostilità a livello psichico. Manipura, terzo chakra: il chakra dell’ombelico fa riferimento al pancreas ed è legato alla coscienza di sé, alla spontaneità, all’empatia, alla capacità di imporsi. Di colore giallo, questo vortice rimanda ad aspetti positivi quali la sensibilità, la compassione e il desiderio, ma anche, dall’altro lato, all’insensibilità, l’autocommiserazione e la sete di potere. Alcuni disturbi riferibili a Manipura possono riguardare il fegato, lo stomaco e la digestione, nonché le problematiche del sonno e dell’alimentazione, le paure, gli incubi, l’ira e l’insicurezza. Svadhisthana, secondo chakra: anche noto come chakra sacrale, di colore arancione, fa riferimento all’area degli organi genitali e alla vitalità, all’energia guaritrice e alla facoltà riproduttiva. Tra i suoi aspetti interiori positivi si trovano la creatività, la passionalità, la consapevolezza del proprio corpo, e, viceversa, aggressività, ossessività, sensi di colpa e ansia della perdita.  Alcuni disturbi associati a Svadhisthana possono avere a che fare con il ciclo mestruale, i reni, le vie urinarie e la prostata, e sul lato psichico si possono presentare come debolezza, svogliatezza sessuale, dipendenza. Muladhara, primo chakra: il cosiddetto chakra radice, di colore rosso, è legato alla ghiandola surrenale e a quanto riguarda l’energia vitale, l’autoconservazione, la capacità di resistenza, il legame con la terra e la natura. Infatti, tra gli aspetti interiori positivi ci sono la forza vitale, la voglia di vivere, la fiducia e la tenacia; tra quelli negativi, l’egoismo e l’impulsività. Muladhara si trova in corrispondenza del coccige, nella parte bassa del bacino fra perineo e ano. Alcuni disturbi associati a questo chakra riguardano l’intestino, i dolori alla schiena, i disturbi alla vescica e ai reni, ma anche la debolezza, le fobie, la dipendenza dagli altri. Finita qua? Proprio no! Secondo l’Atlante dei Chakra, che riprende la tradizione yoga, esistono circa 88.000 vortici energetici disseminati nel corpo umano. In particolare, quelli che si trovano al centro della pianta dei piedi sono connessi a Muladhara e di colore rosso scuro: come si può intuire, sono legati alla base, al radicamento, al contatto con la terra e… Camminare con le scarpe ne diminuisce un po’ la carica. I chakra delle mani, invece, sono di colore turchese/verdazzurro e legati ai chakra del cuore, della gola e della fronte. Tra le attività che li attivano ci sono quelle artistiche, alcune danze ed esercizi; viceversa, se questi centri sono deboli potrebbe risentirne l’equilibrio fra il dare e

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